Arrivi ad un certo punto della tua vita in cui ti accorgi di avere un disperato bisogno di aria, e che quella respirata fino ad allora non ti basta più. Ci sono periodi in cui ti ciberesti solamente di essa, ed inizia a piacerti l'idea di stare fuori a catturare più vento possibile, fino a quando le tue guance non diventano doloranti. Ti fai prendere a schiaffi ma non importa, perchè in quei momenti vorresti gridare al mondo che ce la fai, che sei diventato grande. E poi, poi ti faresti una doccia gelida solo per respirare l'umidità della condensa, per sentire il sapore che ha.
L'aria sa di tanti cosa, di tanti chi. Sa del profumo della gente che la vive e che la consuma, che ci scherza su e che ci soffre. Ogni volta si trasforma, appare diversa e irriconoscibile. Ma quella delle persone che ami, ecco, quella la riconosci subito. Ti volti, e te le ritrovi lì.
Lei mi ha confessato di avere sempre più un disperato bisogno di aria delle persone, di non riuscire a vivere senza. Di aver iniziato a trovare in questo un po' di quell'equilibrio che c'è nel grigio, tra il bianco ed il nero. Di aver intravisto il rifugio che al tempo stesso è anche una via di fuga. Mi sento osservata, sotto i suoi occhi. Ma quello che sento non è disagio ed il suo sguardo non mi pesa, perchè sembra voler arrivare fino in fondo all'anima, in quella parte che c'è che non si vede che non si sente. Mi studia con due fessure allungate dalle quali traspare un chiaro velo di sofferenza. Di stanchezza. E quando parla del bisogno di cambiare pelle, io la capisco. E so quello a cui allude.
Mi racconta della sua professoressa di inglese e mi dice che no, non vorrebbe vivere anche lei così. Perchè è stanca di non vivere, di dovervi rinunciare malgrado si scontri ogni giorno con la realtà impiegando tutte le forze che ha a disposizione. Ed il barlume di vita che consuma con i pensieri, vorrebbe tenerlo caro per reinventarsi.
Mercoledì provavamo a respirare in due, a pieni polmoni, per quanto fosse possibile a causa dell'afa pressante. Tentavamo di dividerci il peso di quelle cose che fanno male, cercando riparo in qualche nuvola di aria condizionata degli ultimi piani delle librerie. Respiravamo l'aria delle parole che scorrono via veloci, parole sussurrate ma finalmente pronunciate con un filo di voce, un pizzico di coraggio. Poi, ad un tratto, arriva inaspettata l'aria che si inspira con stupore all'apertura di un pacchettino di biscotti, provando ad indovinarne gli ingredienti così nitidi e freschi. E, soprattutto, nell'aria si legge quello che le sto dicendo. Provaci, almeno. Io ti aspetto al traguardo, perchè tanto ci arrivi. Ci arrivi. Ci sono io.
L'aria può essere anche bella, sapete? Può essere anche un premio da conquistare. Non è l'aria che si esaurisce in un semplice respiro, in un soffio di vita. Ma in una vita intera, fatta di tante e tante altre. Fino a quando non trovi la tua, quella sudata, e non la molli più. Io tutto questo glielo dedico col cuore, le auguro di non stancarsi mai di cercarla. Di non dargliela mai vinta.
Perchè non sempre ad ogni speranza corrisponde stessa quantità di delusione. DICONO, che è vero.
[...] dicono che è vero sì ma anche fosse vero
non sarebbe giustificazione
per non farlo più [...]
Poi solo un abbraccio e delle promesse già mantenute. Le unghie che penetrano nella schiena e dalle quali non fuoriesce l'intenzione di provocare dolore. Corsi di pasticceria, double deckers e un futuro da reinventare.
L'aria sa di tanti cosa, di tanti chi. Sa del profumo della gente che la vive e che la consuma, che ci scherza su e che ci soffre. Ogni volta si trasforma, appare diversa e irriconoscibile. Ma quella delle persone che ami, ecco, quella la riconosci subito. Ti volti, e te le ritrovi lì.
Lei mi ha confessato di avere sempre più un disperato bisogno di aria delle persone, di non riuscire a vivere senza. Di aver iniziato a trovare in questo un po' di quell'equilibrio che c'è nel grigio, tra il bianco ed il nero. Di aver intravisto il rifugio che al tempo stesso è anche una via di fuga. Mi sento osservata, sotto i suoi occhi. Ma quello che sento non è disagio ed il suo sguardo non mi pesa, perchè sembra voler arrivare fino in fondo all'anima, in quella parte che c'è che non si vede che non si sente. Mi studia con due fessure allungate dalle quali traspare un chiaro velo di sofferenza. Di stanchezza. E quando parla del bisogno di cambiare pelle, io la capisco. E so quello a cui allude.
Mi racconta della sua professoressa di inglese e mi dice che no, non vorrebbe vivere anche lei così. Perchè è stanca di non vivere, di dovervi rinunciare malgrado si scontri ogni giorno con la realtà impiegando tutte le forze che ha a disposizione. Ed il barlume di vita che consuma con i pensieri, vorrebbe tenerlo caro per reinventarsi.
Mercoledì provavamo a respirare in due, a pieni polmoni, per quanto fosse possibile a causa dell'afa pressante. Tentavamo di dividerci il peso di quelle cose che fanno male, cercando riparo in qualche nuvola di aria condizionata degli ultimi piani delle librerie. Respiravamo l'aria delle parole che scorrono via veloci, parole sussurrate ma finalmente pronunciate con un filo di voce, un pizzico di coraggio. Poi, ad un tratto, arriva inaspettata l'aria che si inspira con stupore all'apertura di un pacchettino di biscotti, provando ad indovinarne gli ingredienti così nitidi e freschi. E, soprattutto, nell'aria si legge quello che le sto dicendo. Provaci, almeno. Io ti aspetto al traguardo, perchè tanto ci arrivi. Ci arrivi. Ci sono io.
L'aria può essere anche bella, sapete? Può essere anche un premio da conquistare. Non è l'aria che si esaurisce in un semplice respiro, in un soffio di vita. Ma in una vita intera, fatta di tante e tante altre. Fino a quando non trovi la tua, quella sudata, e non la molli più. Io tutto questo glielo dedico col cuore, le auguro di non stancarsi mai di cercarla. Di non dargliela mai vinta.
Perchè non sempre ad ogni speranza corrisponde stessa quantità di delusione. DICONO, che è vero.
[...] dicono che è vero sì ma anche fosse vero
non sarebbe giustificazione
per non farlo più [...]
Poi solo un abbraccio e delle promesse già mantenute. Le unghie che penetrano nella schiena e dalle quali non fuoriesce l'intenzione di provocare dolore. Corsi di pasticceria, double deckers e un futuro da reinventare.
Per ora, si riparte da qui ;) .
Navettes provençales
(ricetta leggermente modificata da qui)
Ingredienti (per circa 15 biscotti):
farina 00, 190 g
zucchero a velo, 90 g
uova grandi, 1
burro morbido a pezzetti, 25 g
buccia grattuggiata di 1/2 limone
Setacciare due volte la farina con lo zucchero a velo. Nella ciotola del mixer, versare i due ingredienti secchi ed aggiungere l'uovo, quindi azionare l'apparecchio a media velocità per far amalgamare i tre ingredienti - si formerà un composto sabbioso e giallo. Aggiungere la scorza di limone ed il burro, lavorare ancora per qualche minuto (non si rassoderà all'istante) e poi prelevare la palla di impasto. Lavorarla un poco con le mani (non è detto che sia necessario), avvolgerla in un foglio di carta d'alluminio e farla freddare in frigorifero per 30 min.
Trascorso questo tempo riprendere l'impasto e dividerlo in due panetti. Stenderli in due salsicciotti lavorando con le dita dal centro verso l'esterno, dividerli in pezzetti di 5-6 cm di lunghezza l'uno e dare loro una forma ovale, pizzicando poi le estremità. Inciderli per il senso della lunghezza con un coltello ed aprire leggermente la fessura creata con la punta delle dita. Disporre i biscotti su una teglia da forno foderata con l'apposita carta e lasciarli riposare (se in frigorifero, rimarranno leggermente più morbidi; se all'aria, più croccanti.) per 2 ore.
Cuocere in forno già caldo a 180° per 12-13 min. : non appena saranno leggermente dorati è tempo di sfornarli (altrimenti diventano duri).
[se li lascerete riposare in frigorifero, potrebbero volerci un paio di minuti di più]
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LES NAVETTES... (doverosa nota storica!)
sono dei biscotti tipici che si preparano in corrispondenza della festa di CANDELORA.
Il 2 febbraio di ogni anno si commemorano tre eventi di carattere religioso, uno dei quali è l'arrivo dei santi a Saintes-Maries, nel cuore della Camargue, sulle coste provenzali. La loro forma ricorda infatti una barchetta, a simboleggiare quelle che giunsero sane e salve a riva.
Oltre a questi biscotti, a quanto pare vendutissimi in quelle zone e preparati con farina, zucchero, uova e poco burro, a Candelora si preparano anche le tradizionali crêpes.
Vorrei dire tante cose a questo proposito, tante, ma quando siete voi a scrivere, non ci riesco. Non ho le parole. Perchè mi colpite di emozioni, di pensieri e di realtà, che a volte non riesco a far riuscire. Siete uniche, ecco quello che posso dire, che vi conosco entrambe solo via tastiera, ma che mi avete sempre trasmesso anche attraverso a questa, un sacco di sensazioni e di calore. Grazie, a tutte e due. E spero, un giorno di raggiungere anch'io voi, a respirare l'aria. davvero, lo spero con tutto il cuore.
RispondiEliminaUn abbraccio forte a te, cara Pips, e anche a Lei.
ps. le navettes mi piacciono da morire, non le conoscevo prima, foto speciale. Brava, come sempre.
Con affetto,
M.
Il bello dell'aria è che c'è, ci circonda. Dobbiamo solo avere il coraggio di aprire i polmoni e fare il primo respiro. Allora ti accorgi di quanto sia necessaria, di quanto ti sia mancata, ti quanta ne vuoi.
EliminaGrazie a te, Martina. Un abbraccio.
Mi chiedo Agnese come tu faccia. Perchè non posso farci nulla, se ti leggo, le lacrime iniziano a scendermi, nasce un sorriso sul mio viso.
EliminaE quindi ti dico grazie di cuore per tutto. Non finirò mai di dirlo, grazie.
un abbraccio a te,
M.
Non le avevo mai viste prima ma devono essere uno spettacolo!
RispondiEliminaArrivi ad un certo punto della tua vita in cui ti accorgi di avere un disperato bisogno di aria, e che quella respirata fino ad allora non ti basta più.
RispondiElimina...la sensazione che provo questa mattina in ufficio, in questo posto che mi toglie il respiro tutti i giorni, che mi toglie parte di ciò che sono, che sembra quasi cercare di rubarmi l'anima.
Parole che colpiscono così come lo fa la ricetta.
Piacere di averti trovato.
Buona settimana.
Stamattina, aprendo il portatile, la prima cosa cui ho pensato è stata che mi sarebbe piaciuto trovare un tuo post.
RispondiEliminaEd eccolo qui. E non è un post casuale.
E mi viene da pensare che sai fotografare, anche senza obiettivo e macchina fra le mani.
E quella canzone mi piace moltissimo.
E... aria, dici? Ossigeno, ossigeno purissimo, di quello che ti entra a forza nei polmoni e dal quale non puoi sottrarti.
Un giorno faremo dei biscotti insieme. Ci stai?
Il traguardo avrà il profumo dei biscotti e il tepore di una tazza di tè, la luce di un pomeriggio inoltrato e la trasparenza di aria purissima.
Un abbraccio di promesse mantenute, che non faccia male, ancora.
A.
Ps: il pie lo faccio oggi, se gli imprevisti se ne stanno buoni ;)
Pips.... starà diventando un male comune la necessità di respirare aria nuova e pulita?
RispondiEliminati leggo, leggo Agnese e concordo sulle necessità impellenti, sulle esigenze di cambiamento e mi fa piacere trovare in voi che siete giovani questa voglia di fare.
no, nn ho una gamba nella fossa, ma ho un figlio della vostra età :)
grazie mia cara, oggi ti rileggerò più volte.
un abbraccio e.... complimenti per la foto e le navettes!
b
L'aria è vita... Senza di lei moriremmo, buona, pulita, sporca e malata... Comunque la respiriamo e ci fa crescere.... Foto meravigliosa come la ricetta! Un bacione
RispondiEliminaAria aria aria...ne avrei un disperato bisogno, di aria nuova fresca e pulita che riuscisse a dare un senso alla mia vita!
RispondiEliminaE' la seconda volta che li vedo oggi e sono proprio tentata da questi biscottini. Hanno una forma deliziosa che mi ricorda quella dei panini che mangiavo da piccola. Baci, buona settimana
è una sensazione familiare, quella di ricerca dell'aria. e tu la descrivi bene, così com'è...
RispondiEliminaun saluto e l'augurio di trovare il modo di respirare ogni giorno un po' di aria buona.
Avrei da annuire, sorridere e magari scrivere un commento più lungo. Ma mi limito a fare tesoro, in silenzio.
RispondiEliminaCiao ho scoperto per caso il tuo blog, complimenti è molto elegante. Mi piacciono moltissimo le navettes e complimenti per le foto che sono perfette.
RispondiEliminaHo un blog anche io, cioccomela.blogspot.it, se hai voglia di venire a curiosare ti aspetto!
Ti leggo e leggo le parole di questo tuo post come un saldo invito a cui aggrapparsi con tutta la forza che si ha, e mi fa piacere, estremo, leggere di questo tuo scritto come una pioggia di primavera, quando la Natura non desidera altro che di risvegliarsi e tornare a respirare! Grazie, quindi...non per ultimo anche di queste navettes provenzali, speciali perché particolari nella forma e di ingredienti semplici, mi piacciono proprio! Lys
RispondiEliminaCiao Pips!!
RispondiEliminaChe set e foto strepitosi! Sei bravissima, mi piace la cura che ci metti in tutto quel che proponi. Ti abbraccio e ti auguro una buona notte,
Sissa
Aria, aria nuova, aria che ti fa sentire bene, aria di cambiamento, aria di cose nuove, aria di libertà, cara Martina, il tuo post è davvero, e non è un gioco di parole, una boccata di aria fresca.
RispondiEliminaDalle tue parole e dai commenti leggo che è una necessità di molti cambiare aria, respirare aria nuova.
Bellissime le navettes e le foto.
Un bacione grande
Che bel post profondo!!!! l'aria... l'aria.. senza di esse non potremmo vivere... Ottimi i tuoi dolcetti!!! smack
RispondiEliminaAria..aria nuova..anche io ne ho tanto bisogno in questo periodo, ma non sarei mai riuscita ad esprimere come te le emozioni che provo. Hai talento Pips...e solo oggi ho scoperto che hai tanti anni in meno di me e tante, tante risorse da far esplodere. Un bacio
RispondiEliminasono verramente bellisimi
RispondiEliminache bel post. mi sento tirata in ballo...sarà per via del mio nome? è bizzarro, a volte quando sto male mi manca proprio il respiro!è bello però trovare la propria vita, quella che ci si è sudati! mi piacciono anche questi biscottini!
RispondiElimina