Ho amato follemente Parigi, come poche volte nella vita ci si può innamorare di uno sconosciuto. E anche se entrambe le volte che ci andai non so dove avessi trovato le forze per camminare così tanto tempo, ciò non mi ha impedito di costruire un fitto album di ricordi che a volte mi piace prendere in mano e sfogliare di nuovo. Sono le volte in cui ne sento di più la mancanza: di lei e dei suoi tetti blu pastello, di quell'atmosfera intima e soffusa dell'Orsay, del vento freddo sulle scale della metropolitana in un marzo ancora invernale. Scorro le dita sul ricordo di ogni via che mi sembrava la cosa più bella mai vista. Un Sacre Coeur inspiegabilmente spoglio e un'arpista sulle gradinate di Montmartre, una sensazione di pace che distoglie da ogni pensiero. La vista della città dall'alto intrecciata ad una bruma sottile era stata capace di lasciarmi cullare da un'aria leggera, danzante su quelle stesse note.