Se c'è una cosa che proprio mi piace stare ad osservare quando si mangia all'aperto sono i riflessi creati dai raggi del sole che attraversano i bicchieri di vetro. Mi piace guardare come quei fasci di luce si diffondono creando giochi luminosi sulla tovaglia, un po' tremolanti se a riempire i bicchieri c'è anche dell'acqua. Sono quelle piccole cose alle quali non si presta attenzione, ma che fanno subito accorgere che la stagione è cambiata. Che alcuni spazi della casa si possono riabitare, che si può godere dell'aria fresca la mattina, finchè c'è. Che si può cenare con la compagnia del sole che tramonta, e fare colazione mentre lui stesso sorge. Mi piace accorgermi, ogni volta, di quanto tutto questo sia questione di attimi. Di quanto velocemente possono cambiare i colori che tingeranno un'altra giornata.
giovedì 21 marzo 2019
lunedì 18 marzo 2019
Le gobbe di Notre Dame
Mi sono ricordata di un piccolo negozio che qualche anno fa si trovava ai piedi della lunga scalinata che accompagna al Sacre-Coeur, e chissà se c'è ancora ora. Mi sono ricordata delle sue madeleines enormi che avevo scorto di sfuggita con la coda dell'occhio mentre frettolosamente mi recavo in un luogo che ora non ricordo, uno dei tanti visitati in un solo giorno di turismo sfrenato durante una gita di classe. Ogni volta che capitavo davanti alla vetrina di una boulangerie non potevo fare a meno di sbirciare ciò che la sua vetrina offriva catturando lo sguardo di ogni passante, anche del più distratto, compreso il mio. Non mi lasciavo scappare la contemplazione di alcuna glassa lucida che abbelliva degli éclairs al cioccolato che non ho neppure avuto il piacere di assaggiare, ma che ricordo più lunghi di quanto immaginassi; non mi perdevo nessuna granella di pistacchio con annessa sbrodolatura di crema dalle pieghe burrose di un croissant, che avrei volentieri accompagnato ad un buon cappuccino.
LABELS:
classici,
colazione e merenda,
dolcetti,
Francia,
per l'ora del thè
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