Quando rido forte, mi si rende evidente una vena sulla fronte, gli occhi diventano due fessure luccicanti, la bocca si fa enorme e nella guancia destra mi compare una fossetta. Il medico di famiglia che mi ha vista crescere mi chiamava proprio così, "fossetta", divertito ogni volta che varcavo la soglia del suo studio con un sorriso. Quel dettaglio mi faceva sentire un po' speciale, e questo lo confermava il fatto che poi mi lasciava rovistare nel cassetto delle penne colorate perché tornassi a casa con quella che mi piaceva di più. Poco importava se c'era scritto sopra il nome di qualche farmaco: quello era il motivo principale per cui ci andavo volentieri, sebbene non sapessi nemmeno scrivere.