"E' un po' lungo come procedimento; prima devi foderare le semisfere di uno stampo, poi le riempi con il cioccolato fuso lasciato addensare, ci aggiungi una nocciola, unisci le due semisfere di simil-cialda, tuffi tutto nel cioccolato fondente". "No, no, non fa per me. Troppo complicato!!!".
Le cose semplici non mi sono mai piaciute. Da sempre amo mettermi alla prova con qualcosa che mi renda soddisfatta del lavoro svolto. Amo la perfezione non patologica, quella delle forme perfette dei biscotti e non quella che la società impone su di noi e che noi finiamo per autoinfliggerci. Quella no, la detesto. Ma la geometria impeccabile di una frolla cotta bene e glassata altrettanto, quella la pretendo sempre. Sebbene io ami le torte che si preparano ancora prima che nasca l'idea di farle, e che rendono onore alle decisioni dell'ultimo minuto per assicurarsi la colazione dell'indomani, quando si tratta di uscire un po' dagli schemi mi preoccupo di assicurarmi la prima fila. Mi piace spezzettare i passaggi, incastrarli tra un impegno e l'altro, sparpagliarli in più ore del giorno e in più giorni della settimana, se la ricetta lo permette. E così è stato anche questa volta: anche questa volta, mi sono goduta la lentezza della preparazione.