lunedì 4 novembre 2019

Le offelle di Parona

offelle di parona
Ho celebrato il mio ritorno a casa mettendo le mani in pasta. Ricercando i sapori semplici, che sono da sempre i migliori. Godendo delle uova fresche e del burro in frigorifero, della consapevolezza di avere a disposizione tutti i miei utensili ed importandone di nuovi, quelli recentemente acquistati in qualche weekend di pioggia. Osservando i colori grigi del paesaggio, abilmente sfidati dal rosso e dal giallo delle foglie degli alberi, e della coperta di cui godono ai loro piedi - quasi avessero freddo anche loro, mi piace pensare così e vorrei raccontarlo a qualche bambino, giusto per farlo ridere un po'. Sono sicura che se ne ricorderebbero, si ricorderebbero del fatto che anche gli alberi hanno freddo, e andrebbero a dirlo a tutti i loro amici; e che farebbero una di quelle facce piene di stupore, dove la dolcezza e l'ingenuità e la purezza si fondono così bene insieme, come i profumi di un impasto di biscotti che ancora devono prendere forma.

E già che ci sono mi presenterei con un vassoio colmo di quei biscotti i cui sapori di vaniglia e limone si abbracciano così bene tra loro da somigliare a quella cascata di emozioni che scoppiano gioiose sul loro viso. E lì accade una piccola magia, perchè se certe sensazioni riescono a nascere anche nelle situazioni più infertili, allora significa che l'amore esiste, che è infinito, e che è qualcosa di magico.

Lo so, parlo in maniera enigmatica, ma la spiegazione di tutto sta nella mia recente esperienza in un ospedale pediatrico e nell'avere toccato con mano la lotta contro la sofferenza. Osservandola in silenzio, con profondo rispetto, e soprattutto con immensa stima e ammirazione per il tanto coraggio in quei pochi centimetri e chili. E soprattutto accorgendomi di quanto sia disarmante e potente la forza che può sprigionare un sorriso, la forza che si può dispiegare solo in circostanze come quelle.

Per tutti i bimbi inventerei una storia che giustifichi il nome buffo di questi biscotti: "offelle". Gli racconterei che sono ben più vecchie di loro, anche se non lo dimostrano; che abitano in provincia di Pavia, e che nacquero grazie all'idea di due sorelle, che forse sin da piccole erano appassionate di pasticceria come la sottoscritta, e che forse erano un po' paffute come questi biscotti.
E  direi loro che sono facili, molto facili, e tanto buone, come tutte le cose facili e semplici. E come tutte le cose buone e semplici, profumano di limone e vaniglia. 
Infine direi loro che per impastarli ci vuole la forza che hanno i grandi. Ma coglierei l'occasione per dire loro che, sebbene possano non crederci per i loro pochi centimetri e chili, loro ne hanno mooolta di più. 


Offelle di Parona
Ingredienti (per circa 18 biscotti):
farina 00, 300 g
zucchero di canna, 150 g
burro freddo a dadini, 150 g
olio d'oliva, 1 cucchiaio
lievito per dolci in polvere, 1/2 cucchiaino
uova, 1
sale, un pizzico
buccia grattuggiata di 1 limone non trattato
vaniglia, i semi di 1/2 bacca

Ridurre in polvere lo zucchero di canna con l'aiuto di un frullatore ad immersione. Unirlo in una ciotola alla farina, al lievito, al sale, alla buccia grattuggiata di limone e ai semi di vaniglia. Formare una buca al centro ed incorporare il burro a dadini, iniziando a lavorare con le mani fino ad ottenere un composto a briciole. A questo punto unire anche l'uovo ed il cucchiaio d'olio, e continuare ad impastare fino ad avere una palla liscia ed omogenea. Ricoprire di carta d'alluminio e lasciare raffreddare in frigorifero per almeno 2 ore.

Trascorso questo tempo, estrarre l'impasto e stenderlo tra due fogli di carta forno. Ricavare le offelle con l'apposito stampino di 9 cm di lunghezza fino ad esaurimento dell'impasto, tenendo in frigorifero i biscotti già formati e disposti su una teglia foderata di carta forno.

Cuocere in forno preriscaldato a 190°C per circa 10 minuti: dovranno rimanere pallidi, ma con i bordi leggermente dorati. 

Sfornare e lasciare raffreddare, conservando in un contenitore a chiusura ermetica.

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