mercoledì 2 giugno 2021

Frangipane.

vegan frangipane tart

Nelle ultime settimane sono fiorite le rose canine. L'ho notato subito, ieri, quando sono tornata a casa: l'angolo in fondo al giardino, rimasto spoglio per tutto l'inverno, si era finalmente abbellito di un un turbinio ordinato di petali bianchi. Tante piccole galassie con un'intrinseca, ineguagliabile delicatezza. 

Questa mattina ho versato nella tazza una generosa dose di caffè, sono uscita e sono rimasta a guardarle per un po'; con la scusa di voler sentire l'aria fresca che si fa strada sulla pelle in più direzioni, e il silenzio della domenica nell'aria, interrotto soltanto da cinguettii ostinati. Il cielo, ancora bianco latte, sembrava la più ovvia continuazione di quei piccoli fazzoletti vellutati e concentrici, che formavano al centro una spirale perfetta.
Non mi è mai stato naturale annusare i fiori. Resto, piuttosto, ad osservare quelle linee quasi accennate e al tempo stesso ben definite. Mi incantano le gocce d'acqua che brillano al sole, i boccioli che ancora devono schiudersi come delle vite che si apprestano a nascere; i colori che cambiano a seconda della luce nei vari momenti della giornata, le ombre che si disegnano per qualche minuto e poi iniziano ad ondeggiare - sono la proiezione di qualche ramo vicino. E sembra sempre tutto così diverso e così perfetto, anche se non lo è all'apparenza.
Perché alcune foglie sono state addentate da qualche insetto ingordo e, alcuni petali, segnati da delle gocce di pioggia che si sono scagliate troppo violentemente contro di loro. 
E i petali dei fiori non si riparano, non si rimarginano, e quel segno che interrompe quella purezza lattiginosa rimane. Ma quel segno racconta la bellezza delle cose che riescono a resistere nonostante. È la bellezza della forza.
Così ogni evento della vita modifica, segna, insegna, forma, smorza alcuni tratti del carattere e ne accentua degli altri. E il marchio che lascia è responsabile dell'unicità di ciascuno. E se si andasse più spesso oltre la superficie delle cose, se si lasciasse da parte l'apparenza, si farebbe caso a quella serie infinita di imperfezioni dalle quali deriva tutto ciò che siamo. 
La perfezione è l'insieme di tanti piccoli segni imperfetti che hanno trovato un'armonia nell'insieme, una logica di fondo, un equilibrio. Una luce propria. 
Chiudo gli occhi. Respiro piano. Un filo di vento mi accarezza la schiena. Mi vengono in mente le parole di D'Avenia che tempo fa pensai di tatuarmi sotto forma di immagine che me le ricordasse.
"Nelle cose di questo mondo meglio tenersi lontani dalla perfezione". La verità è che forse, per l'ennesima volta, basta solo cambiare il modo di intenderla. Di vederla. Di farla propria. Di assurgerla a chiave di lettura di tutte le cose. Lasciando che da chiave di lettura, diventi chiave di volta. Chiave di violino che inizia quella canzone che va avanti all'infinito e non si ferma mai.

Tart frangipane alle ciliegie 
Per la frolla:
240 g di farina (io ho usato 00)
50 g di zucchero integrale di canna
Un pizzico di sale
½ cucchiaino di lievito per dolci
120 g di olio di cocco (solido)
4-5 cucchiai di acqua molto fredda
Per il ripieno:
60 ml di olio di cocco fuso
55 g di zucchero integrale di canna
55 g sciroppo di riso/agave/acero/mais o miele
15 g di farina (io ho usato 00)
60 ml di acquafaba
150 g di farina di mandorle
Buccia grattugiata di 2 arance non trattate
½ cucchiaino di lievito per dolci
2 cucchiaini di estratto di vaniglia
½ cucchiaino di aroma alla mandorla
200 g di confettura di ciliegie 
Una manciata di ciliegie denocciolate e tagliate a metà 

Per la frolla: in una ciotola unire la farina, lo zucchero, il lievito, il sale e mescolare. Unire l'olio di cocco e iniziare a sabbiare lavorando l'impasto con le dita. Quando si saranno formate delle grosse briciole, incorporare l'acqua fredda e iniziare a lavorare l'impasto fino a formare un panetto. Riporre in frigorifero per 30 minuti. Trascorso questo tempo, stenderlo ad uno spessore di mezzo cm e foderare una teglia di 24 cm di diametro. Bucherellare il fondo con una forchetta e cuocere per 15 minuti in forno preriscaldato a 180°C.
Nel frattempo preparare il ripieno: porre in una ciotola l'olio di cocco, lo zucchero e lo sciroppo scelto. Iniziare a lavorare con una frusta per amalgamare gli ingredienti tra di loro, quindi unire gli aromi, le farine e l'acquafaba. Continuare fino a che il ripieno non apparirà liscio e cremoso.
Distribuire la confettura sul fondo del guscio di frolla che avrete sfornato, quindi distribuire anche il ripieno di mandorle e guarnire con le ciliegie tagliate a metà. Cuocere a 180°C statico per 30 minuti (se dovesse scurirsi troppo, coprire con un foglio di carta dall'alluminio).

Ricetta originale qui.

4 commenti:

  1. Vedo che siamo in sintonia con la crema frangipane :)

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  2. Delisiosa! Una meraviglia per gli occhi e per il palato!

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  3. E' bellissima e molto golosa!!! un bacione

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  4. La perfezione non fa proprio per me, non lo sono e non la anelo. Anzi, trovo che l'imperfezione renda unici al mondo.
    Come questa crostata, ha l'imperfezione del fatto a mano, che la rende mille vote più desiderabile di una industriale

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