giovedì 22 settembre 2022

We were stayin' in Paris

BREAKFAST IN ROUEN-

 /"Dove mi porti?"

"In montagna. O a Parigi. Mio posto del cuore, non si batte" 

PARIS
Avremo un po' di storie, da raccontare - ti ho detto, facendoti intendere che sarebbero state di più le volte in cui le avresti narrate tu anziché io, con quel tuo tono sempre dolce e avvincente.
Di quell'ultima sera a Parigi, della crociera sulla Senna e delle danze improvvisate scoperte lungo il suo argine - sullo sfondo, una città che si accende del suo fascino notturno poco prima di spegnersi.
Di come io mi sappia orientare più con le Patisserie che con ogni altro punto di riferimento convenzionale; della mia spasmodica ricerca del croissant perfetto e di come sia stato lui a trovare noi dopo aver imboccato una delle stradine che scendono da Montmartre, con il suo profumo di burro intrecciato alla farina in tanti strati gonfi e fragranti, da sfogliare uno ad uno.
Di quanto Parigi sia silenziosa e intoccabile, nel suo essere quasi effimera. Nel suo evolvere e dipanarsi in un tempo parallelo e irraggiungibile.
Di quello che ci siamo ripromessi in ogni suo angolo, percorso mano nella mano un passo dopo l'altro.
Di come Giverny sia una tavolozza di colori persa tra le le brughiere.
Della pioggia di Rouen e della nostra felicissima indigestione di formaggio fuso. La Boulangerie all'angolo, rosso laccato, dove barattoli di caramelle esposti in vetrina catturano l'attenzione di qualunque bambino. Sempre lì, su una piastrella tra tante, il nostro amore suggellato con due pennarelli indelebili, complementari - arancione e blu. 
ROUEN-3945

Quell'abbazia gotica da cui si può toccare il cielo con un dito. Distendersi nella sua navata e restare ad ammirare, dentro a quel fazzoletto azzurro incorniciato dalle facciate, la corsa inarrestabile delle nuvole che sembrano sempre così vicine da poter vedere attraverso.
Poi i campi di grano che si stagliano poeticamente sul cielo plumbeo e minaccioso nel raggiungere la costa, con la voglia di respirare a pieni polmoni tutto ciò che non mostra confini. 
ETRETAT
Il garrito dei gabbiani cui è affidato il compito di dare il benvenuto dell'Oceano. Così immenso, intellegibile, angosciante e affascinante, astratto come un'idea, intenso come un'emozione. Fuggevole, inquieto e inquietante, così potente da svegliare la notte con il suo fragore.
Le lunghe camminate fianco a fianco, a riempire occhi e cuore di scogliere bianchissime che dominano acque profonde arginando con maestosa ostinazione l'infinito. Le luci che filtrano ad intermittenza tra le nubi e di come queste tingano d'oro i ciuffi d'erba arsa dal sole; di come il vento disegni tra loro il suo impavido corso.
MONT SAINT MICHEL
Come Mont Saint Michel sia parsa una fiaba nata dall'acqua. Quanto brillavano i nostri occhi di fronte a dei panini arrangiati mentre il tramonto ne tracciava i profili acuti come una poesia. La nuvola di magia che avvolge chi si precipita fuori dalla stanza ancora in preda al sonno e con i capelli arruffati, per concretizzare il ricordo visivo di un'alba sull'orlo di finire.
L'armonico intersecarsi di paesaggi diversi, come nel quadro di un pittore esperto.

BRETAGNE
BRETAGNE BRETAGNE
La costa di granito rosa con il suo perfetto disequilibrio e una fetta di flan au fromage. Un piatto di pasta con la vista di una finestra azzurrissima, velata di morbidi screzi pastello. Il rendersi conto di quanto, il viaggio, sia un passare attraverso le cose - coglierne l'essenza alla radice, come dovrebbe un po' essere la vita.
Più di tutto racconterei di noi. Della commozione nei tuoi occhi al realizzare che ce l'avevamo fatta davvero. Di quella prima sera nella capitale, di quei divanetti rossi e di quella cena da cui avevamo la sola pretesa di essere sfamati, dopo 900 chilometri ininterrotti. Di quando ti ho detto "Mai avrei pensato che proprio noi, proprio noi che un anno fa eravamo sull'orlo di perderci, avremmo esplorato il mondo insieme, un giorno non tanto lontano". Proprio io, che in quel "Ti porterei a Parigi", nascondevo un desiderio di cui non ero neppure consapevole - una di quelle affermazioni che escono spontanee, non troppo meditate, in qualche modo sempre guidate dal destino. Racconterei dei nostri discorsi seri e della tua capacità di farmi ridere con la tua semplicità disarmante - la parte di te che molte volte ho confessato amare di più in assoluto. 
A quest'ora quel pittore di Montmartre, quello all'angolo della piazza accanto alla basilica, starà finendo il suo ultimo ritratto del giorno, con le cuffiette alle orecchie e le matite color terra rossa di diversa durezza. Il sole starà bagnando d'addio l'orizzonte, mentre qualcuno starà forse correndo sulla spiaggia umida prima di raccogliere le scarpe piene di sabbia.
In qualche strada sperduta tra i campi normanni un'auto sarà in viaggio al posto nostro, stupendosi di quel verde silenzio.
Una coppia si starà gustando una cena improvvisata, in silenzio di fronte alle tenui sfumature viola che aleggiano intorno ad una cattedrale ormai avviluppata dalla magia delle maree che di notte si compie. Un'altra starà pranzando a base di baguette e caramelle gommose lungo la costa, un'altra ancora sorridendo di fronte a minuscoli impermeabili gialli a Ploumanac'h.
Mi capitano sotto agli occhi fotogrammi sparsi di una pasta al pesto e di un lungo elenco scritto durante un distratto tirocinio, sulla mia storica agenda azzurrina. Tra casi clinici di ogni sorta c'è una pagina, in prima riga 'Parigi'. Sorrido.
Ci sono certezze che prescindono dalla parte di mondo. Non esiste viaggio degno di portare questo nome, se poi non vale una vita intera: con la tua mano che stringe più forte la mia ed il tuo abbraccio in cui so di poter sempre trovare riparo. Dal vento salmastro dell'Oceano così come dai brutti sogni che turbano il mattino. 
Guardo i tuoi sparuti capelli bianchi solcare la moltitudine di neri, penso "che bello sarà crescere e persino invecchiare insieme", perché ho intenzione di raccontare, ancora e ancora, di come certi miracoli non smettano mai di accadere e di come, a volte, i desideri si avverino./

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