Qui ed ora. Qui. Ed ora. Ho chiuso gli occhi e ho lasciato che queste tre parole rimbombassero dentro di me, invadessero ogni minuscolo spazio, si impadronissero di ogni singola cellula. Una lunga pausa tra le due. È una frase che ho sentito spesso, ma sul cui significato non mi ero mai debitamente soffermata.
In virtù del "ciò che segna, insegna", è riemersa all'improvviso e quando l'ho vista galleggiare sulla superficie di un mare di pensieri le ho dato l'attenzione che meritava. O che lei voleva dare a me.
Ho avuto l'ennesima conferma che nulla accade per caso e che certe frasi sono dei piccoli lampi di luce da cogliere al volo.
Hic et nunc. Credevo di averla fatta mia, questa frase, ma la verità è che sono sempre stata una sostenitrice di ricordi edulcorati, con una nostalgia costante nei confronti di ciò che speravo tornasse. Niente torna, e sostituire il presente con il ricordo fa solo perdere il contatto con la realtà.
Sono sempre stata una sostenitrice del ricordo, l'ho detto: e forse il motivo è la paura dell'oblio. E, con l'oblio, dell'affievolimento delle emozioni. Di quelle emozioni chiassose che quando arrivano non hanno mezze misure: travolgono come un'onda, e col tempo ho capito che non esiste nulla di più bello di questo, nell'essere vivi.
Ci tengo all'indelebilità dei ricordi, io. E a volte mi ci aggrappo troppo: sono le volte in cui sarebbe meglio lasciar andare, fingere di non conoscere, chiudere in una scatola e non riaprire, silenziare, anestetizzare, nascondere dietro una maschera quando non è ancora possibile tramutare. Ma ogni cambiamento è un atto di coraggio e d'amore verso se stessi. E ogni punto di partenza, deve essere per forza questo "Qui ed ora", che sento tatuato dentro di me come un intreccio di inchiostro e cellule.
"Uff, ma quanto sei introspettiva..!" ho detto a me stessa. Poi mi sono risposta che è ciò che mi ha salvata: un tuffo profondissimo, un'apnea intollerabile, ma poi un salto in alto verso il cielo, il sole fin dentro alle ossa e i polmoni che scoppiano d'ossigeno. Con quella voglia di ridere fino a sentire i crampi alla pancia, fino a non ricordarsene il motivo; la voglia di ballare senza saperlo fare, la voglia di correre, la voglia di inseguire sogni.
Naked cake
Ingredienti (per uno stampo da 18 cm di diametro):
farina 00, 180 g
fecola di patate, 20 g
lievito per dolci, 16 g
cacao amaro, 30 g
zucchero a scelta, 100 g
olio vegetale, 80 g
latte vegetale, 150 g
sale, un pizzico
acquafaba, 80 g
panna vegetale, 250 g
confettura di frutti rossi, 2-3 cucchiai
dulce de leche veg*, 150-200 g
frutti rossi-melograno, q.b.
In un'altra ciotola, unire gli ingredienti secchi (farina, fecola, cacao, zucchero, sale, lievito) e mescolare bene. Aggiungere l'olio e poi il latte, per ultima l'acquafaba incorporandola con movimenti dal basso verso l'alto.
Azionare le fruste elettriche e lavorare l'impasto sciogliendo i grumi e cercando di incorporare ulteriore aria.
A questo punto potete decidere se cuocere tutto l'impasto in una sola teglia e poi tagliare a metà la torta, oppure dividerlo a metà in due stampi uguali. Cuocere in forno preriscaldato a 180°C statico ripiano centrale per 25 minuti (ci vorrà di più se fate un'unica torta! Circa 40 min.). Verificare la cottura con la prova stecchino.
Una volta raffreddate completamente, porne una delle due (o una metà, dopo avere diviso la torta) su un piatto da portata; distribuire la confettura in superficie e, sul contorno, fare un giro di panna montata ben ferma dopo averla inserita in una sac à poche. Posizionare sopra l'altra metà, quindi coprire tutta la superficie della torta con la restante panna. Trasferire in frigorifero.
Per il dulce de leche ho seguito la ricetta di Dario Bressanini ma è quella che si trova un po' ovunque; lo potete preparare in anticipo, dovrete porre in una padella antiaderente 1 lt di latte di soia; farlo intiepidire, sciogliervi al suo interno 250 g di zucchero semolato, mescolare per farlo sciogliere completamente; aggiungere anche 1 g di bicarbonato di sodio, quindi proseguire la cottura mescolando di tanto in tanto fino a che non si sarà prima scurito e poi addensato. Sarà pronto quando, prendendone un po' con un cucchiaino, dopo poco sarà aumentato di consistenza (circa 1,5-2 ore).
Potete versarlo direttamente sulla torta oppure, se lo avrete preparato in anticipo, scaldatelo prima a bagnomaria per renderlo più fluido. Ultimare con i frutti rossi. Conservare in frigorifero.
Mamma mia che riflessioni profonde.. Scrivi benissimo.. e hai fatto capire perfettamente il tuo stato d'animo. Io anche sono un pò come te.. sostenitrice dei ricordi! Non conoscevo questo docle.. chissà che buono.. oltre che bellissimo da vedere.. Baci
RispondiEliminagrazie di cuore :) i ricordi vanno conservati, ma non vanno rivissuti più del dovuto fino a confonderli col presente :)
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