Da sempre mi piace ascoltare le persone. L'ho capito quando qualcuno, qualcuno in particolare, ascoltava me senza dire nulla. E questo lo detestavo, mi chiedevo il senso, all'inizio. Ma come molto spesso accade, le risposte le si hanno davanti agli occhi: dovevo semplicemente parlare a me stessa, e per una volta stare anche ad ascoltarmi.
L'ho capito quando gli amici si sfogavano con me, e io iniziavo a pensare a quanto siano belle e terribili le emozioni. Forti, in un senso e nell'altro.
L'ho capito quando me ne stavo seduta ad una scrivania, in silenzio, e in quella stanza entravano volti sconosciuti, che iniziavano a raccontare piccoli dettagli della loro vita ed era come se, tutt'ad un tratto, li conoscessi da sempre. Mi sono immaginata quanto sarebbe bello intrecciare la loro storia alla mia, visita dopo visita, instaurare un rapporto di fiducia, rassicurare, osservare paura e speranza e gioia, essere riferimento. Esserci.