Papez. "E" aperta, "S" finale. Mi aveva ammaliata subito, questo nome un po' esotico, ormai cinque anni fa. E tutt'ora mi fa pensare ad un labirinto di connessioni poco intellegibili, quello alla base delle nostre funzioni superiori. Che sfuggiranno sempre in qualche modo anche quando si crederà di averle pienamente comprese.
Papez fu colui che il secolo scorso studiò nello specifico la memoria e le emozioni e ne scoprì l'incredibile interconnessione, tanto da fondare il ben noto "circuito" annoverato in ogni libro di anatomia umana.
Mi sono ricordata di lui quando, ieri, a distanza di 15 anni, ha iniziato a prendere spazio nella mia mente l'inizio del ritornello di una canzone. Una canzone che avevo totalmente dimenticato, eppure ci è voluto poco per realizzare che la sua melodia era perfettamente fusa a qualche evento passato.
"Whatever will be will be
I've learned to take
The good, the bad and breathe
'Cause although we like
To know what life's got planned
No one knows if shooting stars will land"
Forse così tanto tempo fa avevo davvero apprezzato solo la musicalità di queste parole; ora mi soffermo sul significato, che è quello che mi ripeto in questi giorni, e che ancora non ho perfettamente imparato a fare: lasciare andare. Lasciare che sia come deve essere. Che ogni cosa prenda la sua forma, che trovi il suo spazio, che scelga la sua strada.
Eppure sono certa che il mio circuito abbia scelto con cura queste strofe, dopo essere stato sollecitato dai miei stati d'animo che non trovano pace e da una lunga serie di brani non abbastanza efficaci. E più ci penso, più mi spavento di fronte a questa perfezione incommensurabile. E sempre sconvolgentemente affascinante.
Mi piace pensare che se le emozioni e la memoria sono state generate per essere così strettamente collegate, un motivo ci sarà. Che certi sentimenti si ripetono, simili e dissimili al tempo stesso, e che la musica, ancora una volta, riesce ad essere l'elemento che chiude il cerchio. O lo apre. Per lasciare che sia.
Emozioni e memoria sono nate per percorrere le stesse strutture, per incontrarsi sempre nello stesso punto fino a trovare l'equilibrio perfetto che allontana il rischio della caduta, il bilanciamento matematico delle forze contrarie. Dove gli stati d'animo sopraffanno, sopraggiunge la memoria di come si è riusciti a sconfiggerne di ben peggiori. E di tutte le canzoni che hanno scandito ogni passo del percorso.
Ho scritto di getto tutto questo un paio di giorni fa, ignara che l'indomani avrei preso in mano 'Musicofilia' di Sacks, che fu neurologo oltre che scrittore. Papez, neuroanatomia, memoria, emozioni, musica. Il cerchio si chiude di nuovo, o si apre: punti di vista. Io, che le cose accadano per caso, l'ho smesso di credere da un po'.
Torta morbida all'arancia
Ingredienti (per uno stampo da 24 cm di diametro):
farina 00, 60 g
farina di mais fioretto, 60 g
farina di farro, 130 g
fecola di patate, 45 g
lievito per dolci, 16 g
zucchero a scelta, 80 g (100 g se non verrà glassata)
olio vegetale, 90 g
latte vegetale (soia o avena), 275 g
sale, un pizzico
scorza di 1/2 arancia non trattata
zucchero a velo, 125 g
succo di arancia rossa, 4-5 cucchiai
fette d'arancia a piacere
In una ciotola, unire gli ingredienti secchi (farine, fecola, zucchero, sale, lievito) e mescolare bene. Aggiungere la scorza, l'olio e poi il latte, continuando a mescolare fino a che non ci saranno più grumi. Consiglio di utilizzare le fruste elettriche per cercare di incorporare quanta più aria possibile.
A questo punto versare l'impasto in una teglia foderata con carta forno o leggermente oliata, cuocere in forno preriscaldato a 180°C statico ripiano centrale per 25 minuti.
Verificare la cottura con la prova stecchino.
Sfornare e lasciare raffreddare completamente prima di decorare con la glassa, ottenuta mescolando con una frusta a mano i due ingredienti (zucchero a velo e succo d'arancia).
Distribuire uniformemente sulla torta, decorare se gradite con delle fette d'arancia (in questo caso conservare in frigorifero), e lasciare asciugare la glassa prima di servire.
Sono ottimi i dolci all'arancia.. come quelli agli agrumi in generale.. baci e buon week-end :-D
RispondiEliminaio non li amo particolarmente eppure questa torta mi ha lasciata sbalordita!
EliminaIn effetti ogni tanto tornano a galla ricordi nascosti per anni, pezzi di frasi o di canzoni. Strofe di poesie che non si credeva più di ricordare. Poi scatta qualcosa e tutto ritorna alla mente come se non fosse passato neanche un secondo.
RispondiEliminaVerissimo. Si impara a conviverci :) Grazie per avere letto!
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