Sono nata il primo giorno d'inverno.
E, da quello che mi raccontano gli altri, il giorno che sono tornata a casa dall'ospedale nevicava.
"Bambina fortunata", aveva detto la mia nonna, contenta che per un soffio non fossi nata capricorno.
La neve ha sempre esercitato una certa magia, su di me. E tra tutti i ricordi belli, tra tutti gli infiniti intervalli alla scuola elementare a costruire pupazzi di neve, i sabati pomeriggio al corso di sci, e le domeniche a pattinare in quella piccola pista di Saint Moritz, l'altro giorno mi è venuta in mente un'immagine ben precisa, che non è esattamente un ricordo.
Ho scoperto per caso dell'esistenza della stella alpina, quando la vidi in fotografia su un libro di testo. Non mi era mai sembrata così bella, eppure il nonno ne aveva sempre una sul suo cappello verde militare. Il suo inseparabile segno distintivo, sfoggiato con fierezza e orgoglio ogni volta.
Invece, in quell'immagine, era lì: circondata da una coltre di neve. E non so esattamente che pensieri avessi fatto, all'età di sette anni scarsi. Ma ancora oggi sono affascinata dal suo polline così insolito, dai suoi petali robusti e candidi, e soprattutto dalla sua forza.
Perché una cosa me la ricordo bene. Mi ero chiesta: "Come fa?". Come fa a resistere, con tutto quel freddo attorno a lei, quel clima così ostile?
Ma poi mi sono detta che la risposta era semplice, perché i grandi dilemmi esistenziali non hanno bisogno di libri per essere spiegati. E nemmeno di troppe parole. Mi sono detta che non c'è nessuna ragione al mondo per cui si dovrebbe rinunciare al sole, neppure in mezzo ai ghiacci. Quegli stessi, che dopo un po' è proprio il sole a sciogliere - la fotosintesi clorofilliana la lasciamo alla scienza.
Questi dolcetti che sanno di neve, provengono proprio dal Nord: il loro colore caldo e il loro gusto avvolgente tradiscono la loro origine. Si chiamano "gatti di S. Lucia" e si preparano proprio in occasione del 13 Dicembre. E anche se ora siamo giusto all'inizio di questo mese, poco importa delle date ufficiali quando c'è da mettere le mani in pasta, vero?
Lussekatter
Ingredienti (per 8 pezzi):
farina 0, 200 g
farina manitoba, 200 g
latte vegetale, 200 g
zucchero (integrale) di canna, 70 g
lievito di birra secco, 7 g
olio vegetale, 70 g
sale, un pizzico
estratto di vaniglia, 1 cucchiaino
zafferano in polvere, da 0.3 a 1 g*
uvetta, 2 cucchiaini
Impastare fino ad ottenere un impasto liscio, quindi porlo in una ciotola leggermente oliata, coprire con pellicola e canovaccio, trasferire in un luogo tiepido.
Attendere fino al raddoppio (circa 1 ora, meglio se di più).
Trascorso questo tempo, trasferire l'impasto su una spianatoia NON infarinata e dividerlo in due parti uguali; dividere ciascuna metà in 4 parti uguali a sua volta. NON reimpastare ciascuna di queste, ma limitarsi a stenderla formando un cordoncino, facendola scorrere sotto i polpastrelli delle dita.
A questo punto, prendere un'estremità del cordoncino e arrotolarla su se stessa, arrivando fino a metà della lunghezza dello stesso. Procedere allo stesso modo con l'altra estremità, arrotolandola dal lato opposto, ottenendo quindi una sorta di S.
Ripetere l'operazione per tutte le porzioni di impasto, senza infarinare la spianatoia e senza reimpastare.
Disporre le briochine su una teglia da forno, coprire con un canovaccio e riporre in un luogo tiepido per 30 minuti-1 ora, attendendo il raddoppio. Nel frattempo, mettere in ammollo l'uvetta in acqua tiepida e 1 cucchiaio di liquore.
Trascorso questo tempo, porre un'uvetta sopra ogni ricciolo delle brioche, spennellare la superficie con un po' di latte e distribuire un po' di granella di zucchero a piacere. Cuocere per circa 15 minuti in forno preriscaldato a 180°C statico, non di più altrimenti si seccano!
*se volete utilizzarlo giusto per dare colore, 0,3 grammi sono sufficienti; per dare sapore, invece, ne serve un po' di più!
Hai qualcosa contro i capricorni? :-) :-) anche io sono nata con la neve, anzi c'era proprio taaaaanta neve, che mio padre non riusciva ad arrivare in ospedale. La neve è bellissima, adoro la luce e la sua capacità di ovattare i rumori.
RispondiEliminaE' da tanto che voglio provare queste briochine allo zafferano, perchè non ho mai usato lo zafferano in dei lievitati dolci e non riesco ad immaginarmi il gusto
ahahah io no, forse mia nonna sì, ma solo per il fatto che sono testoni forse! E comunque mi ci metto dentro anche io, perchè quanto a testardaggine non scherzo!
EliminaIo sono nata in estate.. quindi amo poco il freddo.. ma la neve ha il suo fascino! che bella briochina.. Un bacione
RispondiEliminasono sicura che rivaluterai il freddo, se ci saranno questi dolcetti ad accompagnarti :)
Elimina