Questi biscotti hanno sicuramente il sapore dell'infanzia di qualcuno. Di quei dolcetti preparati con qualche semplice passaggio e formati da un paio di manine paffute. Profumano della semplicità disarmante e mai scontata, del limone che si fonde con lo zucchero e la farina di mais. Un cuore morbido, a prova di dentini da latte. Mille splendidi soli, gialli e luminosi, come questa primavera che ci accompagna ogni giorno in un modo così paradossale, ma mai abbastanza per accorgerci che ci ricorda che la vita è più forte. Più forte di tutto.
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lunedì 30 marzo 2020
mercoledì 25 marzo 2020
"Senza niente"
Quasi dieci anni fa non ricordo se fosse un lunedì o un martedì, se fosse mattina o pomeriggio oppure sera. Ricordo che tutto iniziò da un impasto. Di pasta frolla, perchè la crostata è sempre stata il cavallo di battaglia della nostra cucina, al secondo posto, però, rispetto allo strudel di mele. Un impasto che mio papà lavorò con mano esperta nella ciotola bianca della Krups che ancora adesso utilizzo. Un impasto profumato di rhum e limone, perchè noi lo aromatizziamo così - ed è ciò che fa la differenza. Un impasto che ha segnato, indiscutibilmente e irreversibilmente, l'inizio del mio amore per la cucina. E vi dirò: questa affermazione è in totale contrasto con la me di quegli anni.
sabato 21 marzo 2020
Cookies senza glutine pere e cioccolato
Prima di riprendere a guidare sono passati anni. Ne ero terrorizzata e cercavo sempre di schivare l'argomento, sentendomi in difetto. Vedevo l'incidente dietro l'angolo e persone attraversarmi la strada d'improvviso. Appena trasferitami per l'università, il mio appartamento era vicino alla sede in cui si teneva la maggior parte delle lezioni e per questo non avevo bisogno di un'auto. A casa ci tornavo di rado, perchè tutta la settimana di lezioni obbligatorie mi privava del tempo per studiare. E così, finivo per sacrificare quello del weekend.
Poi arrivò L., che per un anno ebbe la pazienza di venirmi a prendere e riportarmi a casa. Che poi, "casa" per me è sempre stato un altro luogo. Anzi, altre persone. Sotto la spinta della sua fermezza e dolcezza al tempo stesso, con le quali sosteneva che avrei dovuto riprendere in qualche modo perchè ne avrei potuto avere bisogno, presi confidenza con la Panda azzurra della nonna. Anzi, di "quell'azzurro". "Quello che sicuramente il nonno avrebbe scelto" insieme a lei.
mercoledì 18 marzo 2020
"Biscotti con l'impronta del pollice" (10 anni dopo)
La versione non vegana di questi biscotti fu una delle prime ricette realizzate del libro "Classici moderni" di Donna Hay, e una delle prime che portai una mattina qualunque ai miei compagni di liceo, per addolcire le ore di Greco e Latino che ci avrebbero atteso come di consueto.
Ricordo la loro gentile friabilità, la marmellata di albicocca, i semini di vaniglia che solcavano un impasto rimasto pallido anche dopo la cottura in forno.
(Rispolverando l'archivio del blog, mi accorgo che questo fatto successe ben 10 anni fa. No un attimo, non è possibile, avrei preferito ignorarlo e scrivere così come segue...). Non so dire che anno fosse, che stagione fosse, che giorno fosse: so solo che probabilmente sono stati la tregua di una domenica pomeriggio trascorsa a tradurre versioni, affiancata dal mio fedele vocabolario. Che ringrazio per avere ancora la parvenza di non essere mai stato usato più di tanto.
mercoledì 11 marzo 2020
Come Jack
"Lo so che giunti al termine di questa nostra vita tutti noi ci ritroviamo a ricordare i bei momenti e dimenticare quelli meno belli, e ci ritroviamo a pensare al futuro. Cominciamo a preoccuparci e pensare: "io che cosa farò? Chissà dove sarò da qui a dieci anni?" Però io vi dico: "Ecco guardate me!" Vi prego, non preoccupatevi tanto, perché a nessuno di noi è dato soggiornare tanto su questa terra. La vita ci sfugge via e se per caso sarete depressi, alzate lo sguardo al cielo d'estate con le stelle sparpagliate nella notte vellutata, quando una stella cadente sfreccerà nell'oscurità della notte col suo bagliore, esprimete un desiderio e pensate a me. Fate che la vostra vita sia spettacolare." - Jack Charles Powell (Robin Williams), dal film Jack
La vita sa essere strana forte. Ma credo che la sua stranezza -anzi, assurdità- più grande, stia nella sua fine.
giovedì 5 marzo 2020
Scacco matto?
Più di due anni e mezzo fa, io e L. ci trovavamo a cenare in un posticino dove non avevo mai avuto l’occasione di andare prima di allora. Probabilmente aveva aperto solo da qualche mese. Soffitti alti, arredamento moderno, luce soffusa, come quella che persiste alle 21.30 di una qualunque sera d’estate. Era estate, infatti, era piena estate. Era luglio e noi eravamo pronti a prendere una decisione dell’ultimo minuto. Sopra ciascun tavolino c’era una lunga lampada a led e, su questa, appoggiati dei libri aperti. Come se qualcuno avesse interrotto la propria lettura per cenare, ed avesse improvvisato quella fila luminosa come segnalibro, poggiandoci il proprio libro a cavalcioni. Un’idea originale, pensai. Che sa di casa. Di quei gesti goffi e istintivi che solo nel proprio nido si osano fare.