"Allora domani sera ti fermi a dormire da me, ti ho preso gli abbracci per colazione, va bene?". Succedeva di rado che mi fermassi a dormire da lei, e ancor più raramente che riuscissi a schiacciare un pisolino pomeridiano quando capitava di andarla a trovare. Ero più abituata ad arrivare la mattina presto, soprattutto d'estate, l'estate di quando ero piccola e di cui mi sembra di poter sentire l'aria umida e fresca che mi faceva sempre venire un po' la pelle d'oca, una sensazione così insolita per la stagione. Ero più abituata a suonare al citofono, meravigliandomi sempre di quanto fosse graziosa la targhetta ovale con dipinti i loro cognomi in blu, vicini, come lo sono sempre stati anche loro, e qualche fiorellino di colore rosa. La targhetta di ceramica se ne stava lì, sotto a quel '109' stampato nello stesso carattere di tutte le altre villette a schiera dalle quali, la sua, era gentilmente circondata.
Mi perdevo momentaneamente in questi pensieri di rito fino a quando non venivo interrotta dal suo solito squillante "Chi è?!", dopo poco il quale immaginavo nella mia testa i suoi passi nel scendere le scale afferrandosi al corrimano di legno, la luce dell'ingresso che si accendeva, e la porta che si apriva. Avevo sempre un po' paura a toccarla, quella porta, di legno verde, per via di quel po' di vernice che ormai era stata appena sollevata dalle intemperie del tempo. Ma poi sapevo di trovarla lì, la nonna, ancora in pigiama e con le ciabatte di gomma; con i suoi lucidi capelli neri raccolti da una molletta del bucato per lato, il viso ancora un po' addormentato, e soprattutto non ancora acceso dal suo immancabile rossetto rosso che, ogni volta che al bar ordinava un caffè bollente, avevo cura di verificare se avesse lasciato un timbro sul bordo della tazzina.
Mi perdevo momentaneamente in questi pensieri di rito fino a quando non venivo interrotta dal suo solito squillante "Chi è?!", dopo poco il quale immaginavo nella mia testa i suoi passi nel scendere le scale afferrandosi al corrimano di legno, la luce dell'ingresso che si accendeva, e la porta che si apriva. Avevo sempre un po' paura a toccarla, quella porta, di legno verde, per via di quel po' di vernice che ormai era stata appena sollevata dalle intemperie del tempo. Ma poi sapevo di trovarla lì, la nonna, ancora in pigiama e con le ciabatte di gomma; con i suoi lucidi capelli neri raccolti da una molletta del bucato per lato, il viso ancora un po' addormentato, e soprattutto non ancora acceso dal suo immancabile rossetto rosso che, ogni volta che al bar ordinava un caffè bollente, avevo cura di verificare se avesse lasciato un timbro sul bordo della tazzina.
Esattamente: la mattina beveva sempre due caffè, ma solo sulla tazzina del bar lasciava il suo stampo. Quello che beveva per farmi compagnia, all'epoca in cui ancora il gusto amaro del caffè non mi aggradava, lo gustava in pigiama, prima di prepararsi. Mi lasciava guardare ancora un po' di TV prima che fosse pronto tutto l'occorrente per una buona colazione; quando mi chiamava dal piano di sotto, però, era sempre troppo tardi perchè l'acqua del tè o il latte fossero ancora ad una temperatura tollerabile. Perciò le chiedevo di travasare il tutto in un'altra tazza, e poi in un'altra ancora, nell'attesa che si raffreddasse. Ma l'attesa più bella la colmavo inzuppando i biscotti nel latte: se questo ci metteva più del dovuto a passare dal 'bollente' al 'caldo', ecco che allora ne approfittavo per mangiare qualche biscotto in più prima di berlo. E, ovviamente, prima toccava alla parte alla panna; poi, a quella al cioccolato, a meno che una delle due non mi avesse preceduto nel tuffarsi anticipatamente nella tazza, finendo sul fondo.
Forse risale ad anni fa l'ultima volta che ne mangiai uno. Forse, proprio da lei. Eppure, come tanti altri sapori, me ne ricordavo perfettamente il gusto e la consistenza. E il profumo che mi avvolgeva quando aprivo la confezione con l'aiuto di una forbice, per poi allungarci una mano. Non sarà mai lo stesso mangiare un cibo a cui siamo legati affettivamente in un contesto diverso da quello che plasma il ricordo. Non sarebbe stato lo stesso nemmeno se avessi potuto fare assaggiare questi biscotti alla nonna, senza che ci trovassimo insieme a fare colazione. Ma sono sicura che, in qualche modo, queste teglie di dolcezza che ho dovuto inaugurare - come al solito - non appena sfornate, siano arrivate anche a lei. E che anche lei convenga sul fatto che sarebbe stato bello poterli accompagnare insieme, io ad una tazza di latte, e lei, al suo caffè.
Abbracci
(ricetta tratta da qui)
Ingredienti (per circa 32 biscotti):
Per l'impasto di base:
burro morbido, 165 g
uova, 1 uovo e 2 tuorli
zucchero semolato, 135 g
lievito per dolci in polvere, 1/2 cucchiaino
sale, 1 pizzico
vanillina, 1 g (2 bustine)
Per l'impasto alla panna:
farina 00, 200 g
panna fresca, 1 cucchiaio da tavola
miele delicato, 1/2 cucchiaino
Per l'impasto al cacao:
farina 00, 175 g
cacao amaro, 25 g
latte, 1 cucchiaio da tavola
Per l'impasto base: montare con le fruste elettriche per qualche minuto il burro morbido con lo zucchero e la vanillina fino ad ottenere una crema chiara e omogenea. Incorporare prima i tuorli e poi l'uovo intero, uno alla volta, aggiungendo il successivo solo quando il precedente sarà stato assorbito completamente dalla montata di zucchero e burro. Aggiungere anche il lievito e il sale e mescolare bene. Pesare la montata così ottenuta e dividerla in due parti uguali (a questo proposito consiglio di pesare il recipiente in cui preparerete la montata all'inizio del procedimento), riponendo ciascuna in due recipienti diversi.
Per l'impasto alla panna: nel recipiente in cui avrete riposto la prima metà della montata (nel mio caso, 191 g), aggiungere la farina setacciata, la panna ed il miele. Con l'aiuto di fruste elettriche a spirale (nel mio caso, ma va bene qualsiasi gancio che non abbia la forma di una frusta) lavorare l'impasto fino ad ottenere delle grosse briciole, quindi impastare a mano per compattarlo fino ad ottenere una palla liscia ed omogenea. Avvolgere nella pellicola trasparente e riporre in frigorifero.
Per l'impasto al cacao: nel recipiente in cui avrete riposto la seconda metà della montata, aggiungere la farina setacciata con il cacao e il latte. Con l'aiuto di fruste elettriche a spirale lavorare l'impasto fino ad ottenere delle grosse briciole, quindi impastare a mano per compattarlo fino ad ottenere una palla liscia ed omogenea. Avvolgere nella pellicola trasparente e riporre in frigorifero.
I due panetti così ottenuti dovranno riposare per almeno due ore.
Trascorso questo tempo, prelevarli dal frigorifero e ricavare da ciascuno delle porzioni di impasto di 12 g l'una. Verranno dei biscotti, una volta cotta, di circa 6-7 cm di diametro.
Modellare le porzioni di impasto al cacao a forma di cilindro lungo 7 cm e del diametro di 1 cm, avendo cura che la porzione centrale sia poco spessa rispetto alle estremità. Curvare i cilindri formando una 'C' e posizionarli ben distanziati su una teglia foderata di carta forno.
Modellare allo stesso modo anche le porzioni di impasto alla panna, curvandole sempre a forma di 'C' e posizionandole sovrapponendo le estremità a quelle di impasto al cacao, in modo tale da ottenere una cavità centrale di diametro maggiore di un dito in quanto durante la cottura lieviteranno un poco. Esercitare una lieve pressione per fare aderire le estremità alla panna alle estremità al cacao, mantenendo l'aspetto bombato. Consiglio inoltre di spingere leggermente verso il buco centrale le estremità alla panna, in quanto durante la cottura tendono a spostarsi all'esterno facendo perdere la forma al biscotto.
Riporre i biscotti così ottenuti e posizionati sulle teglie in frigorifero per almeno 30 min.
Cuocere per 17 min. in forno statico preriscaldato a 180°C o comunque fino a quando la metà alla panna risulterà dorata. Io ho verificato che fosse cotto un biscotto per teglia, per essere sicura; qualora fosse leggermente crudo, proseguire la cottura per 1 min. Non preoccupatevi se vi sembrerà di cuocerli troppo perchè la consistenza rimarrà friabile e perfetta da inzuppare. Insomma, se avete presente la consistenza del biscotto medio del supermercato, sarà così che verranno anche questi.
Sfornare e lasciare raffreddare completamente su una gratella per dolci. Consiglio di consumarli dall'indomani in poi, perchè la consistenza si avvicinerà di più a quella degli originali.
Un post che ho amato.. per tanti motivi. Per la dolcezza dei contenuti, in tutti i sensi.. e per tutti quei pensieri che - specialmente d'inverno, nella mia solitudine- mi trovo a fare. Quanto mi manca quel calore, quei profumi, quelle piccole attenzioni lasciate correre nel silenzio, così confortanti e che riempivano l'anima. Quanto mi manca assaporare quei dolcetti e quei piatti che oggi non potrò mangiare mai più, nemmeno se provassi a replicarli, o forse nemmeno vorrei. Questi abbracci mi hanno abbracciata. E, per questo, li trovo assolutamente perfetti. <3 Un abbraccio e auguri ancora, cara Pips.
RispondiEliminaSei così gentile! Hai ragione, certe cose non ritornano, non possono. Ma per fortuna, per quanto possa essere forte il desiderio di riaverle nel presente, rimangono come ricordi. Il nostro compito è lasciare che rimangano vivi, anche con questi semplici gesti, che si accompagnano inevitabilmente ad un po' di nostalgia.
EliminaAuguri ancora anche a te, Ely! A presto ;*
Il potere evocativo del cibo è incredibile, una magia mi viene da dire.
RispondiEliminaCome te, sono sicura che anche lei avrebbe gradito rivivere quelle mattine insieme a te assaggiando i tuoi abbracci. Tempo fa ho realizzato che avere delle nostalgie è un privilegio, significa aver vissuto realmente alcune situazioni impossibili da rivivere. Sei stata fortunata...
Un abbraccio ;)
Hai ragione Marina! Sarebbe stato peggio non poter avere vivo nella memoria tutto questo. Tutti i dettagli, tutte le sensazioni. Queste cose, nel loro piccolo, contribuiscono a darci un senso, a farci sentire vivi. Grazie per il tuo passaggio! Un abbraccio :)
Eliminaciao,wow,ami i biscotti,brava,mi hai conquistata,mi sono aggiunta ai tuoi lettori per cui non ti perdo più,intanto grazie per essere passata da me così ti ho conosciuta,alla prossima.Scusami se approfitto di te non riesco ad aggiungere le icone dei social in piccolo e soprattutto vicine,come si fa,felice giornata,alla prossima
RispondiEliminaciao Paola, grazie del passaggio :) quei gadget sono tutti HTML/JavaScript, ho caricato le icone su flickr e al posto del link all'immagine ho sostituito quello alla pagina relativa (es: icona fb --> pagina fb)
EliminaChe bello cominciare l'anno nuovo con un post così emozionante dove l'amore per la cucina diventa l'amore per la famiglia, per la casa, per i bei ricordi legati a profumi e aromi che restano per una vita e che ci tengono legati agli affetti più cari!
RispondiEliminaBaci
è proprio così, è sempre bello fare riaffiorare i ricordi alla memoria! Restano sempre incredibilmente nitidi malgrado ci si dimentichi sempre qualcosa :)
EliminaComplimenti, fatti in casa è tutta un'altra cosa!
RispondiEliminaGrazie! Lo sono ;)
Eliminastupendo racconto e stupendi dolcetti!! grazie per averli condivisi e complimenti!!
RispondiEliminaSon passata per ringraziarti della visita al mio blog.. e mi son persa nelle emozioni del tuo post.. mi hai emozionata.. mi hai commossa... con questi ricordi di tua nonna! Son sicura che siano golosissimi questi abbracci!! Tornerò a trovarti.. ti seguirò volentieri.. Un abbraccio (restando in tema) e buona domenica :-*
RispondiEliminaTi ringrazio, benvenuta! Anche il cibo è capace di questo se impastato con q.b. di ricordi :)
EliminaCi sono alcuni cibi legati a ricordi d'infanzia che è impossibile riuscire a replicare. Proprio perchè il sapore è legato indissolubilmente ai bei ricordi. Per me vale per la crostata di mia nonna. Non riuscirò mai a ricreare una crostata buona come la sua
RispondiEliminaHai ragione, come se il fatto che l'avesse fatta lei, il fatto di poterla gustare con lei, donasse un sapore differente:)
EliminaIo invece ricordo con infinito amore la ciambella più buona e più semplice del mondo che preparava la mia nonnina, capisco quindi la tua sensazione. Bellissimo il ricordo e deliziosa la ricetta!
RispondiEliminaUn abbraccio!
Le cose semplici sono le migliori e le nonne questo lo sanno bene ;)
EliminaEmozionanti le tue parole, arrivano al cuore e lasciano un segno...complimenti per i tuoi abbracci sono perfetti!
RispondiEliminabaci
Alice
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