C'è una persona in particolare per la quale mi piace cucinare, anche solo per vedere l'espressione che si disegna sul suo volto. E anche se forse è un giudice un po' di parte, mi piace che quello sia il mio regalo per lui. Mi piace prendermi appuntamento con una torta o dei biscotti, è il mio modo di dire "Ti ho pensato, e questa è una carezza speciale". Per questo stesso motivo, una volta ho fatto cascare delle stelle su una crostata alla crema di cacao e nocciole, perchè trovavo che quello sfondo fosse, per una volta, più adatto rispetto al cielo. Ho arrotolato dei cordoncini di pasta frolla per ricavarci delle iniziali e dei numeri. Un'altra volta è toccato alla confettura di more, l'importante era il disegno intagliato con cui l'avevo debitamente coperta. Un'altra volta mi sono avventurata nei baci di dama, e ci sono volute almeno tre volte prima che venissero friabili come volevo io. Come li ricordavo io, quando ne acquistavo un sacchettino e non vedevo l'ora di affondarci la mano poco dopo che mi era stato consegnato da dietro il bancone. Ma le danze sono state aperte da dei chocolate crinkle cookies, gustati ringraziando l'ombra estiva gentilmente concessa da un bersò.
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mercoledì 27 maggio 2020
martedì 19 maggio 2020
Lo sai che i papaveri son alti alti alti?
I semi di papavero, diciamocelo con sincerità, sono un po' dei reietti in cucina. Non hanno un ruolo da protagonisti se non in ben poche occasioni. Sono destinati ad abbellire la superficie di qualche panino e nulla di più. La nostra cucina, in particolare, non è mai stata disposta a conferirgli una qualche dignità, a differenza dei blasonati pound cake americani, che in realtà li adoperano primariamente per questioni estetiche e rendere più artistico un impasto giallo limone; eppure io ricordo che quando ancora fotocopiavo pagine di datate riviste di cucina, c'era anche uno strudel ai semi di papavero di cui giusto ora gradirei una fetta.
martedì 12 maggio 2020
Camilla, curcuma e cranberries
L'amore per il banana bread è un amore per me recente e che non è nato tra i tavolini di Starbucks di qualche città europea. Però è di certo inversamente proporzionale alla velocità di maturazione delle banane, che se anche acquisto non acerbe, diventano "abbronzate" più lentamente di quanto necessiterei. E forse vogliono solo essere solidali con il mio colorito bianco latte e con l'impossibilità futura di andare in vacanza. Non avendo una conoscenza di questo dolce-non-dolce paragonabile a quella di Camilla, per questa seconda versione ho preferito affidarmi all'esperta del campo. E considerato quanto io impazzisca per il dolci, per l'appunto, poco dolci, questo bread ha colpito e affondato il mio cuore in una manciata di nanosecondi.
lunedì 4 maggio 2020
Cestini di frolla vegan con mousse al cioccolato e acquafaba
Se dovessi riassumere quello che sono riuscita a fare negli
ultimi due mesi, forse rimarrei stupita del tempo che per la prima volta ho
dedicato a me stessa. Di come ho coltivato le mie passioni, di come ho
modificato il mio approccio ad una reflex che ha ben dieci anni ma che per
certi versi ho appena riscoperto. Di come mi sono messa in gioco con nuovi
esperimenti in cucina, perché se mentre per qualcuno non sarà già più
importante, io voglio fare qualcosa per rendere il mio stile di vita più sostenibile. Ho accolto i battiti accelerati di un
allenamento costante, sentendo i capelli grondare come non mi succedeva più da
quando andavo a pattinare da bambina e amavo il vento sulla pelle, il
privilegio della velocità regalata da 8 ruote. Come quando avevo solo voglia di
volare, senza la paura di cadere. Ma alla fine mi brillavano gli occhi e avevo
le guance infiammate. Ho incastrato pensieri tra le parole di certe canzoni, che chissà come mai, se le si ascolta bene, arrivano proprio nel momento più giusto. E molti di questi pensieri ho sentito la necessità di metterli nero su bianco, certa che in caso contrario li avrei dimenticati.